Due chiacchiere con Massimo Germini

Chi è Massimo Germini?

Leggiamo giusto qualcosa dell’artista, e poi andremo a fare due chiacchiere….

Note d’autore

Chitarrista e compositore, cultore della musica italiana d’autore, suonatore di strumenti etnici a corda (mandolino, mandola, bouzouki, charango, laud), ha lavorato con artisti quali Roberto Vecchioni, Grazia Di Michele, Rossana Casale, Kaballà, Nicola Di Bari, Van De Sfroos, Susanna Parigi, Cecilia Chailly, Giorgio Faletti e molti altri.

Nel Sanremo 2011 si esibisce sul palco dell’Ariston accompagnando Vecchioni, durante la serata dedicata all’Italia e ai suoi 150 anni, nella versione del cantautore di “O surdato nnammurato”. La collaborazione con Roberto Vecchioni prosegue a tutt’oggi stabilmente, in ambito sia artistico, che didattico (Università di Pavia).

Dal 2017 accompagna alla chitarra Syria nello spettacolo Bellissime, tributo alla canzone italiana al femminile.

Sia con Giovanni Nuti, che con Roberto Vecchioni ha inoltre accompagnato la poetessa Alda Merini in diversi progetti musicali e teatrali, che hanno visto la partecipazione anche di altri importanti artisti quali Milva, Valentina Cortese, Lucia Bose’, Simone Cristicchi, da ultimo Monica Guerritore.

È stato ospite al Festival di Sarzana in duo con il sitarista di fama mondiale Deobrat Mishra.

Come chitarrista ha contribuito alla realizzazione di diverse produzioni discografiche (Vecchioni, Milva, Nuti, Parigi, Minetti, Di Michele, Monti, Van Des Sfroos, Cirulli e tante altre) e cinematografiche (Il cosmo sul comò di Aldo Giovanni e Giacomo, Zoe’ di Giuseppe Varlotta), ed ha preso parte a svariate trasmissioni radiofoniche e televisive (tra cui Roxi Bar, Video Italia, Festivalbar, Che tempo che fa, Trenta ore per la vita, Music for Asia, Due con Gianni Morandi, Concerto di Natale, Che tempo che fa, Telethon, DomenicaIn, Chiambretti Night).

Ha all’attivo due dischi di musica strumentale (Fuoco e Corde e Martelli) ed alcune produzioni (ad esempio, in collaborazione con Lucio Fabbri, produce nel 2011 l’album ERBA, VENTO, FUOCO di Carlo Facchini e La Carboneria). 

Partecipa come giurato alle più importanti rassegne musicali italiane (premio Andrea Parodi, premio Bianca D’Aponte, concorso L’Artista che non c’era).

(DA WIKIPEDIA)

Le tue origini artistiche, parliamone….

La passione per la musica ce l’ho da che ho ricordi, a 13 anni ho cominciato a strimpellare la chitarra per poi studiarla con serietà: non mi sono più fermato.

Il giorno in cui hai detto ai tuoi “Voglio fare il musicista”.

Non lo ricordo sinceramente ma non ho ricevuto grandi opposizioni.

Con un proprio stile, una propria identità musicale, ci si nasce, o lo si scopre durante il percorso?

Bella domanda: in realtà è o dovrebbe essere l’obiettivo primario e comunque lo scoprono gli altri.

Cosa ti lega di più alla musica cantautorale?  


Un amore adolescenziale.

Quali sono state le collaborazioni che reputi più importanti, e cosa hai appresso da ognuna di esse?

Il bello del mio lavoro è che non si finisce mai di imparare. Da ognuna delle collaborazione sono uscito arricchito.

Da chitarrista hai mai sperimentato altri generi musicali?


All’inizio si provano strade diverse, ora a 53 anni credo di avere le idee più chiare.

Autore e produttore….raccontaci qualcosa….

Sono termini altisonanti che rimandano a personaggi molto più qualificati di me…diciamo che mi piace dare una mano a chi ha ancora un’idea romantica del lavoro di musicista.

Attualmente segui un progetto nelle carceri, di cosa si tratta?

Da un’idea del mitico Franco Mussida da un paio d’anni faccio parte di un progetto che si chiama Co2 e che ha l’obiettivo di diffondere la musica nelle carceri. Si parla di stretta relazione tra emozioni e musica e come quest’ultima incida sulle prime. Io vado nel carcere di Opera, esperienza umana e professionale entusiasmante.

La musica ti ha dato ciò che ti aspettavi?
Quanto è stato faticoso arrivare fin qui?

La musica mi ha dato e mi da tantissimo, è una fonte inesauribile di emozioni. E’ stato molto faticoso ma non c’è giorno in cui non mi renda conto di essere un privilegiato: in fondo faccio il lavoro che sognavo di fare da bambino.

Cosa c’è nei tuoi sogni da realizzare, e cosa invece realizzerai a breve?

Visto il periodo che stiamo vivendo il mio sogno da realizzare è quello di continuare a fare questo mestiere.

B.B. (D



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