Balena Blu incontra Pietruccio Montalbetti – parte terza

B.B. E tu come hai affrontato il successo, lo hai retto bene?

Sì, l’ho retto bene anche perché quando ho capito che mi stavo esaltando un po’ troppo, la prima cosa che ho fatto è andare volontariamente in analisi.

 Provengo da una famiglia normale, ho fatto l’operaio, l’impiagato, il disegnatore, ho venduto macchine anche se non ne capisco niente, ho fatto un po’ di tutto, e volevo mantenere i piedi per terra, volevo capire chi realmente ero. Ero esaltato e nello stesso tempo confuso, impaurito del futuro. 

B.B. Pensi che andare in analisi ti abbia aiutato allora?

No, assolutamente no, perché dopo la quinta seduta questa qua ha fatto un errore, mi ha chiesto una raccomandazione per la figlia che cantava, e lì ho capito che non andava bene, non sono più andato.Invece ho deciso di realizzare il mio sogno.

B.B. Infatti il tuo vero sogno, non era quello di fare il musicista. Cosa sognava di fare da grande Pietruccio Montalbetti?

Volevo fare l’esploratore. Mia mamma mi raccontò che già da bambini, circa 6-7 anni, presi un sacco in spalla e me ne andai, volevo girare il mondo, mi trovò a 3 km da casa, in mezzo alla campagna. E così, dopo tre o quattro anni di successi continui, ho detto ai miei compagni che nei mesi di gennaio e metà febbraio, che sono dei mesi più morti per i concerti che mi sarei assentato. “Ma dove vai?”  mi chiesero straniti…”Non lo so!… “, risposi. Ho cominciato a viaggiare da solo per il Messico e il Guatemala, la solitudine ti mette in contatto con te stesso, e mi ha aiutato molto. Adesso sono cinquant’anni che viaggio in solitario nei posti più reconditi di questo pianeta, ho fatto il Nepal , il Tibet, ho scalato montagne. Ho attraversato l’Africa, Il deserto del Sahara, sono stato in India, nelle foreste amazzoniche, a Capo Horn, alle Galapagos…Tutto questo cercando di immedesimarmi col popolo che visitavo. Per capire un popolo, per capire quali sono le tue paure, devi immergerti nella loro vita quotidiana, viaggiare coi loro mezzi, pullman, autobus, dormire negli alberghi meno turistici, i loro alberghi, e mangiare il loro cibo. Io l’ho fatto!                                                                                                                                                                                           Non mi è mai successo nulla, rispettando le regole preventive consigliate, naturalmente.   

B.B. Questo è ciò che ti ha fatto rimanere coi piedi per terra?

 Sì…questo che continuo a fare, io ho girato mezzo pianeta e e mi ha aiutato molto innanzitutto ad essere modesto, io mi sento una persona normale, la gente mi ferma per strada, in autobus…la gente si meraviglia di questo, ma per me è più comodo.  

B.B. Questo girovagare ti ha portato poi a diventare anche scrittore, per raccontare ciò che hai visto, quello che hai assaporato….

Io ho sempre avuto molta fantasia. Già molto tempo prima di arrivare al successo, gli anni tra i 12 e i 17 li ho passati in un collegio perchè avevo vinto una borsa d studio aziendale.  Qui devo dire che non ho mai subito ne cattiverie nemmeno molestie, ma non si usciva mai!                                                                                                                                                                        Praticamente una specie di prigione con alte mura. C’era però una bella biblioteca, e mi sono letto tutti i libri, studiavo…                                                                                                           Così con la mente uscivo…andavo con la mia fantasia, e ne ho ancora tanta, e così mi sono salvato. Adesso ho tante cose da raccontare, le ricordo tutte, mentre se mi chiedi domani dove devo andare a a fare un concerto, lo devo leggere. Ma se dovessi raccontarti ad esempio un viaggio…. 

B.B. Ecco, raccontaci ad esempio del viaggio che hai scritto nel tuo ultimo libro “ Settanta a Settemila ”. 

Il primo libro che ho scritto è “ I ragazzi di via Stendhal”, il secondo “ Sognando la California scalando il Kilimangiaro” con incluse cento fotografie, il terzo “Io e Lucio Battisti”, e il quarto appunto “ Settanta a Settemila ”. E’ stata una sfida, non per dimostrare che sono un macio, ci ho messo sei mesi di allenamento.                                                                                                 L’anno prima avevo fatto il Kilimangiaro, ed ho pensato che, se ho fatto i 6000, avrei potuto fare anche i settemila, ma alcuni scalatori mi avevano messo mi in allarme, dicendomi che l’Aconcagua è una bestia brutta, è una montagna che tradisce. E’ vero, è infida, si sgretola e ti fa cadere continuamente e ci sono spesso improvvise tempeste. 

B.B. Dopo aver fatto tutte queste esperienze, ti senti di mandarci qualche messaggio?

Alla mia generazione dico “Mai lasciarsi andare”, se ti lasci crogiolare nella tua età cadi nella demenza senile, diventi un rincoglionito come ce ne sono molti, bisogna sempre cercare di “fare”, certo, io forse ho esagerato con 7000 metri, però ero anche allenato, non sprovveduto e in salute…non ho mai fumato, non ho mai assunto droghe. Alla generazione dei giovani vorrei dire di non guardare solo i bei documentari in televisione, sono bellissimi, li guardo anch’io, però, un conto è vedere una cosa in tv, un altro è vivere l’esperienza. Provate almeno una volta nella vita a fare un viaggio, sentirne i profumi tra la fatica e la gioia, capire cosa significa il freddo, il caldo, anche le tempeste.Il mio viaggio non vuol dire altro che questo. Non volevo dimostrare che a 70 anni ero chissà chi. Adesso però ripensandoci, quello sicuramente non lo rifarei neanche per un milione di euro. 

B.B. So che tu però hai in programma un altro viaggio a gennaio.

Sì, c’è, ma è in “forse”, se riesco a sistemare il nostro cane, vorrei fare un viaggio con mia moglie questa volta, in Tanzania. Abbiamo già fatto dei viaggi insieme, in India e in altri paesi, in alcune occasioni poi lei è ritornata ed io ho proseguito, ma stavolta vorrei farlo con lei…perché io con lei ci sto bene. Lei non è il tipo che si adatta al mio modo di viaggiare, però cercherò d adeguarmi un po’ io.

B.B. C’è un continente che non hai ancora visitato, ed è l’Australia, pare che probabilmente ci andrai a novembre, e per uno scopo ben preciso.

Sì, ci andrò tramite un’Associazione che ha sede a Foggia, esattamente dove è sepolto Padre Pio, ha lo scopo di aiutare qualsiasi persona abbia bisogno, andremo come ambasciatori in Australia io, Rosanna Fratello, e Cosetta Gigli che è una cantante lirica, per fare degli spettacoli a scopo benefico ed altri tre invece nostri, normalmente retribuiti, si chiama “ Acceptus Mundi Onlus “. Ho poi in programmazione un’altro progetto a scopo benefico a favore dei malati di SLA capeggiata dall’artista Donatello.                                                                       Partecipano diversi artisti assieme a noi, i Nuovi Angeli, i Camaleonti, Gian Pieretti, Dino, Elisabetta Viviani. C’è anche un cantante lirico, e tutti insieme abbiamo inciso un CD. Questo progetto l’abbiamo chiamato “Il Viaggio”, e i proventi andranno tutti a questa associazione che li devolverà al Centro Clinico Nemo, (Neuro Muscolar Omnicentre), Centro Clinico specializzato in malattie neuromuscolari, in particolare: distrofia muscolare. 

B.B. Progetti artistici nuovi? 

Il prossimo 11 corrente mese ho un incontro con un nuovo discografico che lavora con artisti molto importanti, che ha deciso di investire una parte dei suoi guadagni sui Dik Dik, invece che buttarli in tasse. Han fatto uno studio specifico sul nostro gruppo, ed ha deciso di alzarci di un gradino, rimettendoci al nostro posto giusto. Avremo nuove collaborazioni artistiche collaborazioni artistiche di alto livello.

 B.B. Nominando ancora invece quel tal Lucio Battisti, nel maggio 2016 ci sarà un’altra bella novità, diciamolo!

In maggio 2016, io e Andrea Pertegato, che è un pilota di elicottero, ripercorreremo lo stesso viaggio che fecero Battisti e Mogol, Milano-Roma a cavallo. Un viaggio ben studiato che sta preparando già da un anno, ci saranno 20 tappe durante le quali si faranno degli eventi di piazza, la cosa sarà seguita e monitorata da radio e tv anche importanti. Credo che questo viaggio sarà un evento di livello nazionale, molto ben preparato, seguito da gente competente. 

 B.B. In arrivo qualche nuovo CD?

Sì, ho già terminato un disco mio, si chiama Io Cantautori, che farò con questa nuova casa discografica, ed è tutto e solo mio, niente Dik Dik, esclusivamente Pietruccio Montalbetti. Non so quando uscirà perché devo definirò anche questo l’11 agosto, avendo deciso di chiudere col mio discografico, Romolo Ferri che definisco un po’ pasticcione. Poi sto lavorando con Elia Perboni sul mio libro che parla della Beat Generation, insomma, di cose da fare ne ho!  

B.B. Sei proprio un bel pezzo di storia della musica italiana, e visto che tu, sei sceso dalla montagna e poi hai deciso di proseguire per Capo Horn, io, che sono una Balena Blu, ti farò un’ultima domanda di rito: Hai mai visto una balena? 

 Sì, certo, le ho viste le balene, per arrivare lì devi passare dallo Stretto di Beagle, che è il nome della nave di Darwin, per poi prendere per lo stretto di Magellano. 

B.B. Oltretutto volevo sottolineare che tu non ci sei andato su di una nave da semplice turista… Ho letto il tuo libro che mi ha affascinata.

 Ci sono arrivato con una nave da carico, con un equipaggio formato da ex galeotti, sono fatto così! 

B.B. Ed hai vissuto questa esperienza in mezzo all’equipaggio, mangiando e dormendo in mezzo a loro, spalando carbone per conoscere le loro storie, per vivere un po’ le loro esperienze. 

Quando sono arrivato però, è arrivata contemporaneamente la nave di turisti, e nonostante fossi camuffato sono stato riconosciuto ed ho dovuto fare fotografie a richiesta dei turisti. Poi quando sono tornato, da Puerto Nadal ho preso un autobus, perché volevo attraversare delle altre montagne che si chiamano “Cordigliera del Paine”, che sono molto simili alle nostre Dolomiti. Hanno dodici milioni di anni, e sono il frutto dello scontro tra la placca oceanica atlantica e il continente che hanno poi formato la Catena delle Ande cinquanta milioni di anni fa. Non sono molto alte, però ci ho messo cinque giorni per fare 120 km un po’ in salita e un po’ in discesa sostando in vari rifugi.                                                                                           Ho poi attraversato un lago, ho preso un autobus per 250 km durante i quali mi sono imbattuto in diversi imprevisti, ma sono arrivato ad un’altra mia destinazione. Volevo vedere il Perito Moreno, che è un ghiacciaio, la terza riserva d’acqua dolce del nostro pianeta. Un colosso, enorme, profondo 200 metri ed alto 70, che avanza ogni anno di 10 cm, perdendo però 7 metri ogni anno.E’ un luogo bellissimo.    (FINE)



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